martedì 26 ottobre 2010

Sakineh e Norma. Tra clamori e silenzi (assassini).

Di Koldo Campos Sagaseta Giornalista di Rebeliòn


(Fossa comune de La Macarena)

L’iraniana Sakineh Ashtiani la conosciamo tutti. Condannata per adulterio alla lapidazione dalla giustizia iraniana, speriamo che quella donna salvi la vita.
La colombiana Norma Irene Pèrez non la conosce nessuno.
Condannata a essere assassinata dallo Stato colombiano, quella donna che ha scoperto e denunciato una fossa comune nel suo paese, nella quale l'esercito aveva sotterrato i cadaveri di duemila contadini assassinati, nessuno ha potuto salvarla.
Qualche giorno fa, mentre rientrava a casa dopo aver preso parte a una assemblea, questa donna che difendeva i diritti umani è stata intercettata da individui armati.
E' riapparsa giorni dopo, uccisa dalle pallottole.
Per Sakineh Ashtiani è ovvio che la pressione di diverse istituzioni come le Nazioni Unite, svariati organismi e i grandi mezzi di comunicazionee hanno notevolmente contribuito a salvare la sua vita.
Anche per Norma Irene Pèrez è evidente che il silenzio complice di istituzioni come le Nazioni Unite, diversi organismi e i grandi mezzi di comunicazione ha contribuito a provocare la sua morte. Contributo che aumenta la sua colpa per il generoso aiuto che queste istituzioni danno a un narcostato terrorista che conta in centinaia di migliaia i desaparecidos, gli assasinati, i deportati.
Se si mette il nome della donna iraniana nel motore di ricerca di El Paìs appaiono 68 articoli, e centinaia d'altri che se ne riferiscono.
Anche nel motore di ricerca del quotidiano El Mundo i riferimenti a Ashtiani sono centinaia.
In nessuno di questi due giornali, i principali della Spagna, appare alcuna notizia, non una, che citi Norma Irene Pèrez, minacciata di morte da quando il suo coraggio e la sua iniziativa ha messo allo scoperto la più grande fossa comune del mondo postbellico, con duemila vittime dei cosiddetti 'falsi positivi'.
Di recente la rivista Time, sull'immagine di una donna afghana mutilata da un genitore, sentenziava in copertina: 'Ecco cosa succede se ci ritiriamo dall'Afghanistan'.
Avrà ora il coraggio, la rivista Time, sull'immagine di Norma assassinata, circondata dalle tre figlie di 14, 6 e 4 anni e dal figlio di 9 anni, a titolare: 'Ecco cosa continuerà a accadere se non invaderemo la Colombia'?
O forse è anni che la Colombia è stata invasa e occupata e non ce ne siamo accorti.

P.S: Mentre andiamo in stampa, apprendiamo che il Presidente dell’Iran Ahmadinejad ha dichiarato che la condanna di Sakineh non è mai stata pronunciata. Sarebbe un’invenzione dei media occidentali.
Se questa smentita corrisponde a verità, la riflessione che abbiamo appena proposto aumenta in modo inquietante il suo peso.


giovedì 14 ottobre 2010

At Tuwani (R)esiste.

Tra il Marzo e l'Aprile del 2010 ho avuto la possibilità di trascorrere del tempo al villaggio di At Tuwani, a pochi chilometri a sud di Hebron, in Cisgiordania.
Ho (con)vissuto in questo piccolo villaggio ai margini del deserto del Negev grazie alla disponibilità datami dall' organizzazione Operazione Colomba.
Ho avuto modo di vivere (seppur per troppo poco tempo)le ingiustizie e gli abusi che il popolo palestinese subisce da decenni.
Ho visto con i miei occhi i bambini del villaggio di Tuba essere attaccati da coloni ebrei, armati a cavallo, mentre si recavano alla scuola di Tuwani.
Ho visto gli ordini di demolizione dell'esercito israeliano pendenti dalle porte delle case palestinesi costruite sul loro territorio ancestrale. Ho visto anche i bulldozer.
Ho visto i campi di grano delle famiglie del villaggio bruciati dai settlers e il bestiame avvelenato dei contadini.
Ho visto il terrorismo quotidiano di cui sono vittime decine di famiglie di agricoltori colpevoli di non volersene andare dalla loro Terra.
Ho sentito i racconti degli anziani e visto le donne della comunità fare da scudo ai bambini di fronte ai militari israeliani che volevano arrestarli; erano colpevoli di avere rubato una manciata di ciliegie dai campi dei coloni.
Ho visto le colonie espendersi ad un ritmo vertiginoso.
E ho visto soprattutto la tenacia e l'orgoglio di un popolo, rappresentato da un piccolo villaggio sulle colline a sud di Hebron, resistere pacificamente alla violenza e ai soprusi dell'esercito israeliano e dei fondamentalisti ebrei.
Ho visto Davide fronteggiare Golia.

Il video qui di seguito è il trailer di un documentario girato a Tuwani e a Gerusalemme da tre ragazzi del collettivo Smk Videofactory (Nicola Zambelli, Andrea 'Paco' Mariani e Francesco Pistilli) accompagnati dai volontari di Operazione Colomba.

Il documentario uscirà nella Primavera del 2011.