lunedì 1 novembre 2010

Dignità e resistenza su una gru a 25 metri d'altezza.


(foto di Nicola Zambelli)

Sabato 30 Ottobre a Brescia si è svolta una manifestazione alla quale hanno partecipato molti migranti e pochi italiani.
Motivo della protesta è stato ed è la mancata risposta/assegnazione dei permessi di soggiorno a tantissimi stranieri che hanno fatto domanda per la sanatoria Maroni del 2009 per colf e badanti.
Nella legge Bossi-Fini l'articolo 14 indica la mancata ottemperanza all'ordine di espulsione come reato del codice che prevede l'arresto obbligatorio.
L'obiettivo della sanatoria era la regolarizzazione dei migranti senza permesso che da anni lavorano in nero sottopagati nelle innumerevoli aziende e imprese di Brescia e provincia e nel resto del paese.
Molte organizzazioni l'anno passato chiesero se i condannati per mancata obbedienza al decreto di espulsione potessero fare domanda.
Tra queste la Confartigianato di Rimini il 23 Settembre del 2009 pose il quesito al Viminale che rispose positivamente.
Ecco quindi che moltissimi immigrati irregolari fecero così domanda per regolarizzare la loro posizione versando i contributi e pagando l'Inps.
Nell'ultimo anno hanno speso fino a più di 3000 euro.
Negli ultimi mesi molti migranti hanno visto respingere la loro domanda e ora vedono pendere su di loro un nuovo ordine di espulsione.
A quanto pare il Viminale ha cambiato idea dopo aver intascato centinaia di migliaia di euro; viene riferito ai migranti che essendo clandestini ed avendo un foglio di via non possono essere sanati.
Tutto questo viene detto loro dopo un anno di pagamenti e di speranze contraddicendo alcune direttive come quelle espresse dal Governo alla Confartigianato di Rimini il 23/09/2009.
Siamo di fronte ad una vera e propria truffa di Stato e ad una trappola preparata e servita con cinismo dal ministro Maroni.
Da fine Settembre a Brescia i migranti sono in lotta e non hanno intenzione di subire queste ingiustizie senza far niente. Anche perchè non hanno più nulla da perdere.
Viene quindi montato un presidio permanente davanti alla Prefettura di Brescia in via Lupi di Toscana con tende e sedie.
Il 29 Settembre alle sei del mattino poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa sgomberano il presidio portandosi via tutto, persino maglioni e coperte.
Successivamente migranti e solidali bresciani bloccano alcune vie della città e lanciano una manifestazione di risposta per Sabato 2 Ottobre in Piazza della Loggia.
Al corteo partecipano circa 5000 persone, alcune delle quali verso sera si insediano nuovamente davanti alla prefettura ri-montando il presidio permanente.
Dopo 28 giorni gli immigrati, l'associazione Diritti per tutti e collettivi di bresciani antirazzisti lanciano una nuova dimostrazione per avere delle risposte; l'appuntamento è per il 30 Ottobre in Piazza della Loggia.
La Giunta comunale (Paroli-Rolfi) nega l'autorizzazione e contatta addirittura i consoli intimidendo i migranti di possibili arresti ed espulsioni.
Gli organizzatori dopo un'assemblea al presidio valutano la situazione e rilanciano l'appuntamento per le 15 di Sabato 30 in Piazza Rovetta.
Sabato al Carmine (quartiere interculturale di Brescia) le persone presenti sono alcune centinaia.
La presenza di carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa è massiccia tant'è che per arrivare in Piazza Rovetta i partecipanti sono costretti a passare alla spicciolata per i vicoli del quartiere a poche centinaia di metri dalle vie patinate dello shopping.
Alle 15.30 parte un piccolo corteo per le vie del Carmine che viene bloccato dalla celere di Padova (rinomata per la sua umanità e tolleranza) all'altezza della Chiesa di Via San Faustino.
Intanto arrivano notizie che raccontano dell'arrivo di una ruspa e di poliziotti anche in via Lupi di Toscana: Stanno sgomberando il presidio permanente e distruggendo tutto.
La tensione tra i dimostranti sale; sembra che la giunta stia facendo tutto il possibile per scaldare gli animi.
Alcuni migranti arrivano a manciate in Piazza Cesare Battisti e qui entrano nel cantiere della Metropolitana.
Salgono in nove persone sulla gru di 25 metri ed una volta in cima appendono un enorme striscione sul quale c’è scritto Sanatoria.
Il corteo, bloccato, vuole arrivare dalla chiesa di San Faustino al cantiere (distanza: 150 metri) per portare la propria solidarietà ai 9.
La polizia non lo permette e in pochi secondi volano manganellate e spintoni; vengono feriti due ragazzi egiziani, un sindacalista della Cgil e Sauro Digiovanbattista di Sinistra Critica. Quest'ultimo viene arrestato e successivamente rilasciato su pressione dei manifestanti.
Martedì 2 Novembre avrà un processo per direttissima al Palagiustizia di Brescia.
Molti partecipanti al corteo riescono, nonostante la violenza di Polizia e Carabinieri, a raggiungere il cantiere in Piazza Cesare Battisti passando dai vicoli.
Viene bloccato il traffico.
I migranti sulla gru dicono al megafono di non voler scendere finchè non verrà avviata una trattativa che preveda la concessione di uno spazio per il presidio permanente, la fine della repressione e soprattutto un incontro con il prefetto di Brescia e con il Viminale.
In serata arrivano i Vigili del Fuoco che portano ai resistenti sulla gru tele cerate, alimenti, acqua e vestiti.
Fuori dal cantiere rimangono molte persone a portare la loro solidarietà.
Il parroco della Chiesa di San Faustino, Don Nolli, concede una stanzona ai migranti rimasti così che possano darsi il cambio e riposare a turno restando vicini ai fratelli in cima alla gru.
Oggi, Lunedì 1 Novembre, dopo 48 ore di forte vento i migranti rimasti sulla gru sono cinque; affermano di essere motivati e disposti a lottare fino alla morte pur di rivendicare i loro diritti e la loro esistenza.
Quattro ragazzi sono scesi in questi giorni a causa delle intemperie; la cabina di guida è molto piccola e non permette a tutti i resistenti di starci.
Il vento gelido e l'acqua hanno stremato coloro che dormivano all'aperto in bilico e a strapiombo a 25 metri d'altezza.
Un giovane che soffre di narcolessia è dovuto scendere ed è stato ricoverato al Civile di Brescia assime a due compagni.
Sono ragazzi che vivono in Italia da molti anni, stufi di essere trattati come bestie.
Stanchi di essere invisibili agli occhi di una giunta e di un governo razzisti e beceri.
Stanchi di essere sfruttati e ignorati da quella massa di persone che lo scorso Sabato andava per negozi nelle centralissime vie della città, ignorando cosa accadesse a pochi metri da loro.
Dal Carmine continuano ad arrivare testimonianze di solidarietà; anche oggi, nonostante l'ostruzionismo della polizia, cibo,vestiti e coperte sono stati portati in cima alla gru dai pompieri.

La solidarietà attiva degli italiani mai quanto oggi è importante che arrivi ai migranti.
Far sentir loro che c'è un’altra Brescia e un'altra Italia oltre a quella del razzismo, dell'apatia, della mediocrità e dell'ignoranza, è fondamentale.
Passate da Piazza Cesare Battisti e date un’occhiata al cielo; siate umani.
Fatevi contagiare dalla loro dignità.
Per Sabato 6 Novembre è stata lanciata una nuova manifestazione; il concentramento è per le 15 in Piazza della Loggia.
Chi volesse portare la propria solidarietà è invitato a recarsi al Palagiustizia domattina alle 9.
In alternativa può offrire qualche minuto della sua giornata fermandosi in Piazza Cesare Battisti e parlando direttamente con i migranti in lotta o può rinunciare ad un Sabato pomeriggio di mondanità presentandosi in Piazza della Loggia Sabato 6 Novembre.


http://ctvmail.org/tubo/video/1HMKD81S22AH/30102010-manifestazione-migranti-a-brescia




Racconti di uno (brano) di Erri De Luca

Da giorni prima di vederlo il mare era un odore
Un sudore salato, ognuno immaginava di che forma .

Sarà una mezza luna coricata, sarà come il tappeto di preghiera,
sarà come i capelli di mia madre.

Beviamo sulla spiaggia il tè dei berberi,
cuciniamo le uova rubate a uccelli bianchi.

Pescatori ci offrono pesci luminosi,
succhiamo la polpa da scheletri di spine trasparenti.
L’anziano accanto al fuoco tratta con i mercanti
Il prezzo per salire sul mare di nessuno.
(…)

Notte di pazienza, il mare viaggia verso di noi,
all’alba l’orizzonte affonda nella tasca delle onde.

Nel mucchio nostro con le donne in mezzo
Un bambino muore in braccio alla madre.

Sia la migliore sorte, una fine da grembo,
lo calano alle onde, un canto a bassa voce.

Il mare avvolge in un rotolo di schiuma
La foglia caduta dall’albero degli uomini.

(…)

Vogliono rimandarci, chiedono dove stavo prima,
quale posto lasciato alle spalle.

Mi giro di schiena, questo è tutto l’indietro che mi resta,
si offendono, per loro non è la seconda faccia.

Noi onoriamo la nuca, da dove si precipita il futuro
che non sta davanti, ma arriva da dietro e scavalca.

Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo.
Nemmeno gli assassini ci rivogliono.

Rimetteteci sopra la barca, scacciateci da uomini,
non siamo bagagli da spedire e tu nord non sei degno di te stesso.

La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi,
nostra patria è una barca, un guscio aperto.

Potete respingere, non riportare indietro,
è cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata.

(…)

Faremmo i servi, i figli che non fate,
nostre vite saranno i vostri libri d’avventura.

Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino,
l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso.