Siamo stati in Valle di Susa la prima volta il 2 e il 3 Luglio in seguito allo sgombero violentissimo della Libera Repubblica della Maddalena.
A Chiomonte siamo arrivati in treno da Torino,il che di per sé potrebbe sembrare paradossale.
Siamo stati piú volte in valle per manifestare il nostro dissenso insieme ad altre migliaia di persone alla costruzione del TAV Torino-Lyon e a ció che esso rappresenta; la costruzione di un tunnel di 52 chilometri attraverso montagne contenenti uranio e amianto che potrebbero contaminare le falde acquifere, l'esproprio di terreni privati, la cementificazione di un territorio e lo spreco di denaro pubblico.
A Chiomonte siam stati accolti come figli e, pur informandoci da anni a proposito del tema, crediamo che nessuno possa capire la realtá valsusina senza metterci piede, senza incrociare gli sguardi degli abitanti e senza parlare con loro.
Per prima cosa ci mostrarono le condizioni della stazione ferroviaria del paese quasi completamente abbandonata a se stessa; biglietterie automatiche inesistenti, sala d'attesa con finestre e porte rotte, scorrimano delle scale distrutti.
Una stazione fantasma ed emblematica.
Ció che il treno rappresenta per i politici interessati alla costruzione (la maggior parte) é il progresso, l'innarestabile tensione alla modernitá 'senza la quale rimarremmo fuori dall'Europa (cit.)'.
La Valsusa da 22 anni sta lottando non contro uno stupido treno bensí contro il miraggio fasullo e fuorviante che questo incarna in una maschera di metallo e ingranaggi.
Sia chiaro che i valligiani che ho conosciuto non sono barbari primitivi che credono di discendere dai Celti e che vogliono bruciare Roma,no..
I valligiani e i No Tav provenienti da tutta Italia e da mezza Europa é gente sveglia e soprattutto informata, determinata a mettersi in gioco per la difesa di un territorio e di ció che questo rappresenta; un futuro sano per i suoi figli, la resistenza ad uno dei maggiori affari speculativi che l'Italia ricordi da mani pulite.
Dal 27 Giugno il Museo archeologico della Maddalena e l'area contenente tombe risalenti al Neolitico é zona occupata da centinaia di poliziotti e militari.
Gli alpini e i loro Lince sono stati richiamati dall'Afghanistan per presidiare la valle.
La scena che abbiamo sotto gli occhi é il passaggio dei blindati su tombe risalenti a quasi 10.000 anni fa avvenuto il 3 Luglio, scene di assoluta vergogna e ignoranza.
Le immagini impresse sono i fitti lanci (ad altezza d'uomo) di lacrimogeni cs (vietati dalla Convenzione di Ginevra nei contesti bellici perché contenenti cianuro) su una popolazione civile compatta, una popolazione che é uscita dai suoi confini geografici e istituzionali diventando una Comunitá immaginaria in costruzione che rivendica il diritto ed il dovere di disporre della propria terra nella maniera piú sostenibile per il futuro delle proprie genti e di tutti quanti.
In Valsusa esiste un'autostrada che la attraversa nel bel mezzo con un viadotto, una centrale idroelettrica che ha dimezzato la portata dei fiumi Clarea e Dora, affluenti del Po..
In Valle l'alta velocitá giá esiste; i treni dell'alta velocitá partono tutti i giorni da Torino e semivuoti arrivano a Lione.
A causa dei pochi utenti le ferrovie hanno diminuito il numero di treni tav diretti oltralpe.
La classe politica narra l'importanza del Tav Torino-Lyon; un'opera che costerá ai contribuenti 22 miliardi di euro e che sará terminata tra 15 anni se tutto andrá 'bene'.
E per fortuna che stiamo vivendo una delle crisi peggiori da quella di Wall Street pre Roosevelt..
Il Portogallo ha giá bloccato il progetto, dalla Spagna abbiamo poche notizie sui lavori ma per il Belpaese l'opera é una questione di sopravvivenza.
Parte (minima) dei finanziamenti arriverá dall'Unione Europea (ai quali parlamentari é stato proibito l'accesso al cantiere); la maggior parte dei finanziamenti arriverá da dai contribuenti italiani.
Miliardi di euro saranno prestati da differenti banche (tra le quali Banca Intesa San Paolo) al Governo del ministro Passera (azionista Banca Intesa San Paolo) ad altissimi interessi.
Chi ripagherá il debito alle banche saranno i cittadini attraverso le imposte.Come in Grecia tutto torna..
Anziché costruire il Tav (ogni centimetro costerá 1300 euro, lo stipendio di un operaio specializzato) la politica potrebbe riammodernare le ferrovie, potrebbe salvare ospedali in bancarotta, investire sull'istruzione e sulle Universitá, sulla sicurezza sul lavoro ma l'opera va fatta assolutamente,ci viene detto a ripetizione.
Ce lo ripetono da destra a sinistra, dalla Cancellieri a Maroni, da Bersani a Cota, da Fassino a Cesa e Berlusconi.
Perché siamo Notav, pur non essendo amanti delle etichette?
Perché in Valle oggi c'é L'Aquila con i suoi abitanti beffati, c'é Peppino Impastato, che dava delle pecorelle ai mafiosi,che grida contro il malaffare, ci sono anche Falcone e Borsellino che da dove sono ora annusano gli interessi bipartisan sugli appalti.
In Valle ci sono ambientalisti, ex leghisti pentiti, professori universitari, contadini e operai, studenti, gente comune.
In Valle c'é un'Italia che si sta risvegliando, a cui non interessa spendere 22 milliardi per arrivare a Lione con 40 minuti di anticipi anche perché a lione forse non ci andrá mai e se ci andrá ci andrá in aereo dati i prezzi piú convenienti.
Chi é mal informato dirá che il Tav sará necessario per diminuire il traffico su gomma ma studi internazionali dicono che il traffico di merci tra Italia e Francia e tra Est e Ovest d'Europa é in netto e costante calo.
L'attuale linea ferroviaria é sottoutilizzata al 40% ad essere ottimisti.
Ora che il movimento Notav sta allargandosi in tutta Italia e in Europa, grazie alla circolazione di informazioni e al risveglio di molte coscienze, ecco che giornali e telegiornali occupati dai vari partiti parlano di infiltrazioni di 'antagonisti' e cerca di dividere il movimento tra buoni e cattivi.
La risposta della valle alle accuse é stata chiara venendo da una comunitá (nel senso di Baumann)compatta che resiste ad un attacco militare, alla disinformazione mainstream, alle mistificazioni e alle violenze:
Non etichette o maschere..tra di noi ci sono volti e persone determinate a difendersi da soprusi e umiliazioni.
La politica fa appelli al dialogo militarizzando (dal 1 Gennaio 2012) terreni privati, vigneti, recintando con filo spinato israeliano proibito (lo stesso che c'é a Gaza e sul muro in Cisgiordania) i campi e i vigneti dei contadini e l'area archeologica.
La veritá é che, smascherata la malapolitica con la forza della ragione e dei dati, a quest'ultima non resta che utilizzare il manganello e la propaganda contro una comunitá allargata, eterogenea e resistente.
Il movimento risponde a livello nazionale e internazionale; da Palermo a Bologna, da Trieste a Genova fino ad arrivare a Lione, Stoccarda, nei Paesi Baschi e a Barcellona.
Non si sta lottando per difendere un piccolo giardino se non l'idea che un altro mondo oltre che possibile e necessario; un mondo sostenibile, partecipato e condiviso, informato.
Per un futuro dove al centro non ci sia l'ideologia di un progresso lineare e accumulativo,gli interessi di poche lobbies e l'eterna competizione tra individui bensí i beni comuni e la loro tutela, la collaborazione.
La Valle non ha paura; la valle fa paura perché non é un non-luogo alla Marc Augé ma un laboratorio sociale dove tutti contano ugualmente, dove le scelte sono condivise e il territorio salvaguardato.
Per questo é un po' dappertutto ed é vittima delle peggiori violenze da anni a questa parte e nonostante tutto non si é fermata e non si fermerá.
La violenza puó poco contro le idee.
La Valle per me rappresenta un'Italia che s'é desta, un'Italia che durante i suoi presidi, cortei, campeggi o feste fa la raccolta differenziata, fa assemblee popolari nelle quali le decisioni se non all'unanimitá vengono prese a larghissima maggioranza e dove chiunque ha diritto di intervenire e di agire, le stesse minoranze.
Un'Italia che anziché asfaltare e abbattere alberi li semina.
Un'Italia che chiede finanziamenti per la sclerosi multipla e la tutela dei lavoratori licenziati in nome della dislocazione liberista, quali quelli della Fiat di Torino o i licenziati dei treni notte.
Un'Italia dove la velocitá sia la stessa per tutti, nella quale nessuno rimanga indietro o sia abbandonato (L'Aquila insegna..)
Un'Italia che chiede di essere ascoltata attraverso l'appello a Monti di 360 docenti universitari e specialisti,rimasti inascoltati.
L'Italia di giudici quali il dott.Imposimato (inascoltato pure lui), di non violenti quali Luca Abbá disposto a rischiare la propria vita pur di dar voce ad una comunitá ignorata e umiliata.
La Valsusa non é una questione di ordine pubblico ma é la voce dei popoli di tutto il mondo che lottano per la loro dignitá, siano i paesi della primavera araba, i mapuche della Patagonia o i nativi dell'Amazzonia.
La Natura per tutti noi é la madre e non la serva; é colei dalla quale veniamo e alla quale torneremo, non una risorsa da spremere fino al midollo in nome di un fittizio progresso, per pochi.
Come Notav ci sentiamo accomunati non per l'essere cittadini, antagonisti, ribelli o chichessia ma come fratelli.
E, piuttosto che vendere o vedere violentata nostra madre, siamo pronti a mettere di traverso i nostri corpi dinanzi a ruspe, blindati, idranti, gas illegali, manganelli, fogli di via o qualsiasi altra cosa.
Per questo siamo diventati un problema d'ordine pubblico , un ostacolo ad un'idea barbara di progresso e modernitá che un treno ben incarna.
Fu cosí anche per la Union Pacific Railroad con i Cheyenne delle pianure durante il 1800, ma questa é un'altra storia che terminò in genocidio e saccheggio.
Speriamo che la storia non si ripeta e siamo determinati a far sì che ciò non avvenga.
Sarà dùra..
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