lunedì 8 giugno 2009

Verso l'Amazzonia.




.Iquitos.

Il 30 Maggio lasciamo Lima per Pucallpa,città a 800 km a nord est nella selva amazzone.
Il bus parte con due ore di ritardo.
Lungo il cammino attraversiamo le Ande raggiungendo quota 4800 metri.
Dopo un'ora di viaggio la strada già cambia e si fa in salita,lungo curve strette.
Il paesaggio circostante muta; baracche,case sparse,pozzi d'acqua e terra,terra arida e pietre.
L'aria fresca è quella andina.
La luce fuori è sempre più fioca e il tramonto sempre più prossimo. Piove.
L'autista guida come un pilota di rally;lo sterzo e il contro sterzo ad una curva stretta col terreno bagnato fa svegliare i passeggeri e fa gridare di rabbia e paura quelli che erano già svegli preoccupati dai sorpassi incredibili fatti lungo le Ande.
Qualcuno sta male ed una signora seduta dietro a noi vomita con poco self-control,
Un signore accanto consegna alla hostess un suo DVD puntualmente.
Nel filmato lo si vede suonare a bocca una piccola foglia.
Il tutto è talmente kitsch che risulta complicato descriverlo.
Proseguiamo per un ponte largo all'incirca quanto lo stesso bus e si continua con nelle orecchie lo strimpellio monotono della foglia e subendo gli svarioni causati dalla guida dell'autista che sicuramente vuole recuperare il ritardo accumulato.
A 4800 metri il soroche ( mal d'altitudine) si fa sentire causando leggeri boccheggi che passano dopo breve.
Partiti alle 15.30 da Lima alle 9.00 del giorno successivo giungiamo, dopo una notte quasi insonne, a Pucallpa. Terra rossa in Quechua.
Il clima è tropicale e il caldo asfissiante.
Prendiamo subito un mototaxi e ci facciamo portare al primo ostello.
L'aria che ci viene addosso durante il tragitto è l'unica che ci dà tregua.
La strada è trafficata quasi unicamente da moto a tre ruote che fanno da taxi.
Nell'immaginario ricorda più la Thailandia che il Perù.
L'ostello è spartano. La città piccola è attraversabile in mezzora a piedi passando dalla piazza centrale dove è in corso una parata militare della marina.
Usciamo dalla città per visitare la laguna di Yarinacocha a 20 minuti di distanza.
Qui conosciamo Hernan che per pochi soles ci accompagna con la sua barca a fare un giro per la laguna.
E' qui che avviene il nostro primo incontro con l'Amazzonia.
Decidiamo di andar via dalla città il prima possibile e di fermarci una sola notte a Terra Rossa.
Andiamo quindi al porto per vedere se ci sono battelli per Iquitos (capoluogo della regione amazzonica di Loreto) e per sapere quando partono.
C'imbattiamo in un battello che sull'insegna a poppa porta il nome Henry 8 circondato dal disegno di una tigre e di un pugile. Sopra di loro Superman.
Il Kitsch va di brutto.
Su una lavagna c'è scritto il giorno della partenza e l'ora: Lunedì 1 Giugno. Ora:17.30
Saliamo a bordo e parliamo col capitano, trattiamo il prezzo e riserviamo una camerota con un letto a castello e un bagno.
Il viaggio sarà lungo e per evitare problemi con gli zaini avere una cabina è una garanzia anche se forse non ce ne sarebbe bisogno.
Siamo al terzo ponte; sopra di noi c'è solo la cabina di pilotaggio e due stanze, una per il capitano e l'altra dove dorme un militare con due fucili.
E' più che altro un battello mercantile che porta anche passeggeri, il 95% dei quali dorme in amaca sul ponte.
Giù sotto decine di persone caricano tonnellate di cose; cibo, legna, materassi, cemento, carta igienica, tubi di plastica, frutta e un paio di grossi maiali.
Sul battello ci saranno carichi dal valore di qualche milione di dollari.
I caricatori, fradici di sudore, si piegano portando sulla schiena sacchi di cipolle da 100 chili l'uno.
Gli uomini sono scolpiti, segnati dai lavori sui battelli lungo il rio Ucuyali fino a che questo unendosi al rio Maranon forma il Rio Amazonas.
Odori contrastanti attraversano l'aria.
Compriamo due amache che montiamo fuori dalla cabina insieme alle zanzariere.
Il ponte è invaso da zanzare, cavallette e piccoli ragni rossi.
Tutti e tre i ponti in breve tempo diventano distese incredibili di amache e di famiglie.
Accanto a noi ci sono parà dell'esercito e soldati della marina che per fortuna scenderanno a metà strada ad un villaggio dove saranno di servizio.
Alcune bambine ci prendono in simpatia.
Il viaggio dovrebbe durare tre giorni e due notti ma si capisce subito la relatività del tempo; il capitano annuncia che si partirà martedì perchè ci sono da scaricare ancora quattro camion zeppi di merci.
Non resta che aspettare.
Al ponte più in basso c'è la cucina.
La colazione è servita alle 6.30, il pranzo alle 11.45 e la cena alle 17.30. I pasti sono annunciati da un campanaccio ''suonato'' dal cuoco.
A bordo stranieri non ce ne sono a parte uno che scruta l'orizzonte al ponte inferiore al nostro.
Il martedì mattina partiamo.
Strada facendo conosciamo Julio Cesar, un ragazzo di Iquitos, scultore che ci racconta miti e credenze secolari dell'Amazzonia citando anche Omero.
Conosciamo anche Robert, trentenne inglese di Manchester, ingegnere edile che lavora a Dubai; Walter, disegnatore di Iquitos, comincia la conversazione sotto il sole cocente offrendoci Rum caldo e la continua mostrandoci sue foto piccanti..un pervertito di prima categoria.
E poi c'è Juan che al quarto giorno di viaggio senza dir niente scende ad un villaggio lungo il fiume
portandosi con se' il kway che gli avevamo prestato e la torcia a dinamo (del Jenzo).
La sera prima tutti insieme siamo stati a poppa a bere birra e a scherzare fino a tardi.
Pensavamo che Juan fosse della ciurma, solo dopo parlando col capostiva, abbiamo saputo che in cambio di un passaggio gratuito stava dando una mano nel carico-scarico lungo le numerose tappe ai villaggi sul fiume.
Altro incontro è stato quello di Nelly, iquitenha di 50 anni con cinque figli, che faceva di tutto per conquistare il povero Rob su pressione del logorroico Julio Cesar.
Lungo il tragitto il paesaggio è impressionante; i margini iniziali del fiume scompaiono lasciando il posto a distese di piante e alberi fittissimi e insuperabili che sembrano mangiati dal fiume.
Ogni tanto si intravedono capanne e villaggi, canoe e pescatori provenienti dall'immensità.
I colori sono infinite sfumature di verde in contrasto col marrone scuro del rio.
Silenzio e suoni di animali e uccelli provengono dalla selva e sostituiscono finalmente il caos terribile delle città.
I famosi delfini rosa, che di rosa hanno solo la parte inferiore, saltano solitari o in coppia dalle acque scure.
Stormi di uccelli si vedono all'orizzonte; bianchi e grandissimi simili a fenicotteri e talvolta a cicogne.
Alberi secolari invadono la foresta.
Mai vista una natura così fitta e impenetrabile..
Noi siamo sporchi e appiccicosi, puzziamo. Alterniamo momenti di quiete assoluta con momenti di schizofrenia dettata anche da un po' di noia.
Il viaggio dura infatti cinque giorni e quattro notti.
Il venerdì notte arriviamo al porto di Iquitos trasportati dal rio delle Amazzoni.
Dormiamo l'ultima notte in cabina e il giorno dopo ci precipitiamo ad uno degli ostelli più comodi della città.
Iquitos è turistica e piacevole. Fondata da gesuiti, ha 33 chiese, un grande tempio massone e espone molti simboli del lineage dell'Aquila.
Non ci sono praticamente macchine ed in compenso ci sono 54000 mototaxi che invadono il capoluogo di Loreto, confinante a nord con l'Equador e a nordest con Colombia e Brasile.
E' la porta per le spedizioni nel polmone del mondo.
Il solo Perù è composto per il 62% dalla selva.

.Lunedì 8 Giugno 2009.

8 commenti:

  1. Queste fotografie sono davvero stupende..
    Buona permanenza a Iquitos!
    Anna

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  2. Bravi ragazzi!!!!!!!!!!!!
    Caro Giorgino, con l'aria che tira da queste parti, e sai di che aria parlo, mi sarebbe piaciuto tantissimo essere con te nel viaggio verso l'Amazzonia, sul barcone che, grazie al grande fiume, ti isola completamente da tutto.

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  3. ahahaahahahah, ma il gnaro di manchester era sgagnato fess! Le comunicazioni sono difficili l'altra volta su skype continuava a cadere la linea, appena trovate una buona connessione come quella di lima chiamate ancora. Vi voglio tanto bene coppia di froci, watch your back!keep in touch. Gino

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  4. hola chicos ¿que tal? aqui todo bien! basta non so piu niente altro....cmq qua tutto bene siamo compagni di banco e abbiamo una profesora muy guapa.....che strani effetti ke vi fa pero'!!! jekoni sempre + gordo mentre giorgio sempre piu risucchiato!!!! ciao bei dai gnari di conil

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  5. abbiamo letto adesso il resoconto.
    e' deciso viaggiamo con voi.

    famiglia filippini(grazie emanuele lorenzo alice)

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  6. Hola hermanos como estan, yo aca extrañandolos, gracias por su amistad espero seguir siendo su amigo por toda la vida, saben que tienen no un amigo, sino un hermano en la selva de peru que los aprecia mucho, gracias giacomo, gracias giorgio, espero de corazon que todo les vaya muy bien a donde ustedes se dirijan, mucha cautela en cada ciudad amigos los voy a extrañar un abrazo walter Ramirez Cordova magodelaselva@hotmail.com espero saber de ustedes man... esta linda esa foto jijijijiji que bommm

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  7. Ma guarda un pò dove ti trovo!
    che dire..profondamente emozionata dalla vostra esperienza..Grazie!
    Fede ( Congo)da Brescia

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